Amiamo i lavori di Alfredo Covelli perché non sono mai a partire da, o in risposta a. Covelli non rifugge la cronaca, non è un solipsista ma allo stesso tempo non dipende, ha una sua grazia elusiva e autarchica; siproducedasolo lavori e immaginario. Ha a cuore i suoi soggetti, te ne parla con un’urgenza non simulata, ma la lingua è inventata al momento. C’è compassione nello sguardo che immortala il fiume di ebrei ortodossi in processione funebre di Salmon? Le associazioni libere e il montaggio crudissimo di Missing Parts firmano un report dal fronte o l’approssimazione di un sogno? Che c’entrano le drag-queen di Love Letter col conflitto Israelo-palestinese, e perché non sembrano eufemizzarlo? E chi si aspettava il cambio di rotta di With real stars above my head, la sua vulnerabilità esplicita, improvvisamente senza filtri? L’opera di Covelli è un enigma che ispira una fiducia intuitiva, un test di Rorshach non privo di empatia, qualcuno che non conosci ma sulle cui buone intenzioni scommetteresti già. Buona immersione.
LA SELEZIONE
SALMON
Israele / 6′ / 2012
Un viaggio controcorrente.
MISSING PARTS
Palestina / 5′ / 2012
Se la Palestina fosse un film, sarebbe un film con parti mancanti.
LOVE LETTER, EVEN IF YOU TREAT ME BAD
Israele-Palestina / 4′ / 2012
Lettera d’amore, piena di contraddizioni.
WITH REAL STARS ABOVE MY HEAD
Italia-India / 61′ / 2014
La mia storia personale, in una casa di riposo per monache buddiste.