Insistiamo sul comico perché è la miglior cartina di tornasole di quel che accade fuori. Che sia declinato in satira, che impieghi i mezzi della parodia, che scelga di mettersi al servizio d’altri mezzi anziché servirsene – il comico forse non ci informa, ma ci aggiorna: se altri generi possono permettersi di campare di rendita, di vivacchiare su cliché decrepiti, al comico generalmente non è perdonato (delle cadute su buccia di banana non ridiamo più, al massimo fingiamo per disperazione). Perché il comico ridicolizza, divora linguaggi a lui contemporanei: è un cannibale che ci spiega che sapore abbiamo. Questo incontro unisce approfondimento e cazzeggio ameno, la saggezza di tecnici del mestiere e veterani con la salutare prepotenza delle nuove leve. Una strana famiglia felicemente mal assortita, con cui monitoreremo il battito delle cosechefannoridere in Italia, la loro evoluzione nel corso di più generazioni. Avremo Massimo Olcese, che con Adolfo Margiotta parodiò il parodiabile ad “Avanzi” e poi a “Tunnel”; Sergio Spaccavento, il teorico, con le sue dissertazioni sulla comicità nella comunicazione pubblicitaria; le risate verdi di Alessandro Gori alias lo Sgargabonzi, blogger e trickster, cinico che dileggia i cinici; e poi il trio di ZERO con la persuasione occulta del comico-virale; Enrico Lando, che con “I Soliti Idioti” di cui è regista e autore è riuscito a infilare in una TV asfittica un nostrano Little Britain; e Carlani e Dogana che, autori di “Mario. Una serie di Maccio Capatonda”, han fatto lo stesso con The Onion. Con l’aiuto del moderatore Federico Pucci, giornalista e filologo, frugheremo loro nella borsa dei trucchi del mestiere mentre non guardano, spieremo il rapporto con le fonti di ispirazione; scopriremo cosa e chi hanno mangiato. Ah, e poi pare che si rida pure.